=100 foto di un tempo vissuto e passato=
Raccolta foto di Giuseppe Pinna de Marrubiu.
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5 Donna in attesa seduta fuori dal bistrò.
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9 La grande guerra con gli Alpini... Il Piave mormorò... non passa lo straniero!
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12 La prima raffigurazione a sfondo sessuale: Asclepio con Igea che accarezza il serpente.
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15 Paradossi democratici, parrà strano eppure esistono.
16 British Coup d’Etat In Washington, April 12, 1945 - How The Harriman Gang Started The Cold War - yalta. Il colpo di stato britannico a Washington, il 12 aprile 1945, così la banda Harriman ha iniziato la guerra fredda, yalta.
17 Henri Matisse, nu au coussin bleu 1929. Henri Matisse, nudo al cuscino blu 1929.
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22 Fotografia... che passione!
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26 Quando si aspettavano le elezioni per... fare un salto a casa!
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30 Varo del Titanic, 2 Aprile 1912.
31 Esculapio.
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33 La cara e vecchia Singer, chi se la ricorda?
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36 Partigianeria e Staffette.
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39 Alzi la mano chi di voi non lo ha mai fatto!
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45 Via Del Tritone, nelle viscere del centro di Roma!
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50 Teorie della Gestalt e della nascente Op Art (Optical Art), pare abbiano influenzato l'ideazione di questo dittico ....
51 Nel 1912 a Torino c'erano venti sale cinematografiche, di cui una decina in via Roma, autentica Rue Lumiere. Ecco il primo film.
52 Storia di Assunta Spina (1915) - Trama del film: Napoli, gli inizi del secolo. Assunta Spina è una bella stiratrice ed ha per amante Michele, ma Raffaele continua a girarle attorno. Un giorno, durante il pranzo di onomastico a Marechiaro, la donna invita Raffaele a ballare : per Michele è troppo, prende il coltello e la sfregia. Viene arrestato e condannato a due anni, da scontare nel carcere di Avellino. In tribunale, la donna viene avvicinata da Federigo Funelli, un cancelliere che si offre di aiutarla per far restare Michele a Napoli. La donna accetta l'aiuto dell'uomo e ne diviene l'amante, fino ad innamorarsene. La sera dell'antivigilia di Natale Assunta aspetta Federigo a casa, ma arriva Michele, scarcerato in anticipo. La donna confessa tutto, e l'uomo, pazzo di gelosia, affronta il rivale e lo uccide con un coltello, dileguandosi. Quando arrivano gli agenti, Assunta dichiara di esser stata lei ad uccidere Federigo e viene portata in prigione.
53 Paris, mon amour. L'Art Week - René Magritte 1898 - 1967 Le Toit du Monde.
54 Teresa Mattei, detta "Teresita" nacque il 1 febbraio 1921 a Genova e, morì il 12 marzo 2013 Usigliano;
è stata partigiana, politica e pedagogista italiana. Combattente nella - formazione garibaldina Fronte della Gioventù - prese parte all'organizzazione dell'uccisione del filosofo Giovanni Gentile, di cui fu allieva.
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56 Chi sa di cosa s'argomenta e, quanti tra di voi che curiosate, sa cosa stanno facendo e ...quanti hanno vissuto lo stesso tempo e momento!
57 Ecco una caffettiera d'ottone antica del diciannovesimo secolo.
58 Lapide posta all'ingresso dell'asilo G.B. Giustinian - Nel 1887 il filantropo conte Giustinian fece aprire un asilo “per lattanti e slattati” nei pressi della sua fabbrica di lavorazione del tabacco, in modo che le lavoranti dette "tabacchine" potessero accudire i loro figli durante le pause.
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60 Storia delle "mutande" o anche "briglie da culo".
Purtroppo al mondo esistono milioni di persone che utilizzano da sempre questa citazione a loro piacimento.
In realtà non proprio da sempre, bensì da quando sono entrate in uso “le mutande”: indumento intimo irrinunciabile, soprattutto per l'igiene e il benessere del corpo.
I Romani non le utilizzavano e, per fare attività fisica, indossavano la “subligatula” (un pezzo di stoffa che passava tra le gambe ed era fissato alla vita da un legaccio); mentre i Greci non si ponevano il problema di coprire le parti intime, anzi, in gioventù, amavano ostentarle e, solo da adulti, potevano utilizzare un perizoma.
Le donne, sotto la tunica, erano completamente nude.
Nel periodo Longobardo erano note come “femoralia” e venivano usate solo dagli uomini.
Secondo lo storico di costumi sessuali, Luciano Spadanuda, non si hanno notizie certe sulle tradizioni del Medioevo e, nel suo libro “Storia delle Mutande”, racconta che, solo nel '500, tal Caterina de' Medici introdusse l'uso delle mutande, indispensabili per cavalcare senza offrire alla vista le parti intime delle signore. L'indumento, era chiamato “briglie da culo” era stretto ed attillato, di cotone o di fustagno.
Sappiamo che sempre nel '500, le autorità veneziane imposero alle cortigiane l'uso delle braghesse, lunghe fino al ginocchio, per questioni igieniche e di decoro.
Ben presto la moda si diffuse negli ambienti nobiliari europei e le mutande divennero elementi di seduzione, ornate di ricami, merletti, pietre preziose e fili d'oro; mentre nello
'800 entrarono nell'uso comune delle “signore bene”, cui era proibito nominarle e, tantomeno, mostrarle, tanté che all'epoca erano chiamate tubi della decenza.
Nel frattempo le prostitute le elessero a simbolo del loro mestiere, mostrandole attraverso spacchi delle gonne o addirittura tirando su e giù le vesti con un sistema di fili “sali-scendi”.
All'inizio del '900 si erano già diffuse anche tra le classi popolari ed era nata la prima moda infantile che prevedeva, per la bambine, graziose mutande bene in vista sotto le gonnelline corte.
Mentre la Chiesa assunse atteggiamenti contrastanti nei confronti di questo indumento: se da una parte lo riteneva un capo “libidinoso”, dall'altra imponeva agli artisti dell'epoca di coprire le nudità delle statue o dei dipinti (V. Michelangelo nel Giudizio Universale della Cappella Sistina).
Vari aneddoti si raccontano nell'uso e nella diffusione delle mutande.
Si dice che nel dopoguerra, a Parigi, non tutte le ragazze si potevano permettere l'acquisto di questo pregiato “capo” e, nei locali da ballo, furono istituiti dei collettivi, banconi dove si prestavano a turno delle mutande per permettere alle donne di esibirsi senza problemi; negli anni '90 furono immessi sul mercato americano gli slip da mangiare (con vari gusti); nel '93 in Giappone fu varata una legge che impediva di vendere nei distributori automatici slip di studentesse (con relativa foto della proprietaria).
Oggi, in Giappone, si producono slip anti-peto, realizzati con tessuto poliuretano e nylon che accumula i gas in una tasca che viene ripulita in seguito con filtri ai carboni attivi.
La moda attuale poi propone per gli uomini slip imbottiti davanti o boxer che ingrossano i fianchi o alzano il sedere.
Tanga, culotte, perizoma, slip, boxer e sospensorio sono ormai considerati indumenti super indispensabili (soprattutto per le signore dopo l'avvento della minigonna) ed hanno assunto le forme e i colori che tutti conosciamo.
Etimologia: il termine italiano "mutande" deriva dal gerundivo latino mutandae (gerundivo di mutare) che significa =da cambiarsi=.
Mutande medievali (tardo XIV secolo) ritrovate a Lengberg, Austria.
61 Pizzi, trine e lini: la dote della nonna - Mutande aperte - © Museo Civico "Carlo Verri" di Biassono (Foto: Diego Colombo). Le mutande, nate nel secolo XVIII, erano lunghe fin sotto le ginocchia. Le più antiche erano aperte sul davanti: i due calzoni che le componevano erano saldati sul davanti nella cintura, che posteriormente continuava con due cordicciole le quali stringevano alla vita l'indumento.
62 E pensare che le mutande dette "della nonna Vittoria" avevano uno solo nodino, facile da legare ed ancor più facile da sciogliere, e forse non ve ne era neanche bisogno.
Questa (e siamo attorno al 1576) sarebbe stata una bella domanda da fare al nonno, ma poi di certo non avrei avuto il coraggio di chiederglielo. Di certo non sapiamo chi abbia inventato i bottoni e neanche quando. Di certo vi è stato un qualcuno che una bella mattina, (magari dopo una notte piene di incubi di perdere i calzoni nel momento meno opportuno), gli ha concepiti e partoriti!
63 Evoluzione delle mutande - Photo collected by Te-Paret in Te-Paret's Hangs.
BODI TALK - What's Your Butt Type?
65 Ben presto le mutande, chiamate poi "braghesse", divennero uno strumento di seduzione ed erano quindi confezionate con tessuti d'oro e d'argento, ornate da ricami, pizzi e merletti.
66 Ecco un piccolo piacevole trattato sull'indumento intimo scritto da Giuseppe Fiorino dell’Università "Tito Marrone" di Trapani da cui stralcio il seguente: - «Le mutande, da mutandae vestes (le vesti da cambiare), sono un indumento simile ai calzoni, per lo più corto, fatto di tela o maglia leggera facilmente lavabile, che si porta per pulizia, igiene, pudore.
L’uso di quelle femminili è recente, diffusosi solo dopo il 1850.
Esistevano sì forme di perizoma nell’antico Egitto e anche pantaloni per difendersi dal freddo nell’antica Grecia. Comparvero poi modelli di stoffa o cuio per i legionari di Traiano, severamente proibiti alle donne ma concessi ad attori, cavallerizzi e ginnasti.
Bisogna arrivare al Rinascimento per vedere apparire le mutande per signore: calzoncini decorati di pietre e ricami in uso presso donne di spettacolo o di facili costumi.
Nel 1807, in Francia, compaiono mutandoni lunghi fino alla caviglia ornati da pizzi e volant, importati da Inghilterra e Paesi Bassi a prevenzione dei reumatismi, sorta di brache tubolari aperte sul davanti, con due cordicciole da stringersi intorno alla vita.
Cominciarono pian piano a modernizzarsi, seppur lunghi fino al ginocchio e ancora alti in vita, intorno al 1920. Si faranno indi di dimensioni ridotte solo negli anni ’40-60, resistenti al rogo dei reggiseni, mutuate dallo sport del tennis.
Una moda che arrivò dagli States».
67 Detto questo, ci si chiede, cosa portavano le prime donne in bicicletta, che mutande usavano quelle che a fine 1800 cominciarono a sfidare giudizi e pregiudizi?
In un articolo del New York World del 1895 sui “Dont’s” delle prime biker si legge: «Non devi urlare se vedi una mucca, sarà lei a scappare se ti vede per prima.
Non indossare giarrettiere troppo strette.
Non andare in chiesa vestita da bicicletta.
Non portare calzoni sgargianti».
Già i calzoni.
Alla zuava o alla turca, morbidi e a sbuffo (in inglese chiamati bloomers, dal nome della loro più convinta sostenitrice, la femminista Amelia Bloomer), portati sotto i soprabiti, ci mettono un bel po’ prima di affermarsi sulle sottane e le gonnellone che in bici venivano fermate al parafango posteriore quasi sempre con un'apposita retina per impedire che il tessuto si infilasse nei raggi.
Plissettati e ampli sui fianchi, si restringevano come legging sulle gambe per impedire i "colpi di vento indiscreti".
Il volume Vélocipedie et automobilisme di Alfred Mme et Fils Editeurs, del 1898, trovato nella libreria di Beppe Genazzini avverte: «Conviene che i calzoni siano ben stretti all'interno affinché le pieghe non si incastrino al becco della sella al momento della discesa».
Erano queste le mutande delle prime cicliste?
Non c’è volume in cui si nomini altro che la “culotte”, i calzoni a sbuffo. E sotto questi, niente.
68 Biancheria intima e lingerie: la storia nei secoli - Cosa indossavano le donne prima di slip, perizomi e
push-up?
Sapevi che le antiche greche non portavano nulla sotto la tunica?
Sai quando è nato il reggiseno?
Queste e altre curiosità nella breve storia a immagini dell'intimo femminile.
La forma a clessidra fu esaltata nell'800 dai bustini, che conferivano la tipica vita da vespa.
Nella foto, una donna americana indossa un bustino, nel 1899.
69 Il corsetto, in particolare, diventerà protagonista del guardaroba femminile per almeno 400 anni, diventando strumento di tortura e seduzione, causa di malformazioni e addirittura di decessi.
Si trattava di un'alta fascia rinforzata con stecche di balena che stringeva la vita e alzava il seno.
Nell'immagine di un manifesto inglese del 1891, due donne indossano un corsetto dotato di una batteria elettrica, che, secondo i produttori, doveva rendere elegante chi lo indossava, oltre a essere un autentico toccasana per il sistema respiratorio e avere il potere di guarire reumatismi e indigestioni.
70 Storia della Biancheria Intima.
71 I partecipanti a un festival shintoista in Giappone indossano il fundoshi.
72 Le mutande vanno messe o no per andare in sella?
Cosa dicono gli esperti?
E come si vestivano "sotto" le prime donne cicliste?
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80 Lingerie Medievale femminile.
81 Ma il buon senso non è evidentemente servito a sfatare il mito della cintura di castità neanche in ambienti eruditi. Intorno alla metà del diciannovesimo ...
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84 Soft Leather Women chain thong Sexy exotic female chastity belt Leather Crotchle.
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90 Si sa che la prostituzione facesse furore nell'Antica Roma, ma come era di aspetto una prostituta dell'epoca?
Si distingueva dalle altre donne?
In genere sì, sia per i capelli che per l'abbigliamento...
Oggi finalmente viviamo in un tempo in cui veramente la donna ha la sua libertà, per poter sedurre senza costrizioni, una storia vera e appassionante ... Quella della lingerie, che il tempo non scalfisce, che anzi ci propone sempre qualcosa di nuovo per tutti i gusti, fino ad arrivare all'intimo commestibile, poiché tutto ruota sempre intorno al cibo!
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96 La mutanda del futuro! - uomini, sognate di aggiustarvi l'ingombro senza dare nell'occhio?
I vostri gioielli finiscono schiacciati tra le gambe o incollati all'interno coscia?
Nessun problema, ecco che arriva ''eletrunks'', il boxer che custodisce l'attrezzo (di qualunque misura) e con un laccetto permette di ''elevare la vostra mascolinità''.
98 La nascita delle mutande.
Ci dovette pensare Caterina de’ Medici a inventare il primo esemplare di mutandone che, stretto e attillato, serviva a coprire le pudenda durante le passeggiate a cavallo.
Dal termine mutande, mutuato dal latino (cioè “che si deve cambiare”), si passò a quello di brachesse. Tuttavia, da sobrio indumento sportivo, queste presero a essere confezionate con tessuti brillanti e con provocanti laccetti e pietre preziose, sicché la Chiesa e il pubblico decoro le misero entrambi al bando, fino a farle scomparire.
Ad inizio Settecento, infatti, pare che tra le fila delle nobildonne solo tre su cento si azzardassero a farne uso.
99 Dunque, non tutti sanno che il perizoma, comodissimo per le donne, nacque in realtà per lui.
Genesi dell'indumento intimo più piccolo e super partes della storia (no, non era per noi donne).
Tessuto quanto basta a coprire il minimo indispensabile.
Biancheria intima preferita dalla stragrande maggioranza delle donne che la ritengono comodissima (!), il perizoma in realtà nacque con scopi tutt'altro che di praticità.
E nemmeno per mettere in evidenza silhouette (iper) toniche sotto abiti attillatissimi.
Ebbene no, il perizoma nacque praticamente insieme all'uomo.
Fu, infatti, il primo indumento pensato per riparare i genitali dei combattenti.
Uomini combattenti, i quali, infatti, come tali, per proteggere al meglio la propria intimità da qualsivoglia aggressione, usavano inserivano nella parte anteriore di questo proto-slip una sorta di conchiglia.
Sappiamo da racconti sull'antico Egitto che il perizoma, era un indumento intimo indossato per tenere al riparo i "gioielli" dell'epoca, una struttura di pelle animale e fibre vegetali.
Indumento usato anche dalle popolazioni minoica e micenea intorno al 1570 a.C.,
dai lottatori di sumo nel VI secolo d.C.,
dagli atleti nel 1800.
L'ufficialità nella recente epoca l'ebbe solo nel 1939, quando il perizoma venne indossato da una donna, nello specifico da una ballerina di burlesque.
La danseuse in questione è Jennie Lee che, in occasione del The World's Fair e per volere del sindaco di New York di allora Fiorello La Guardia, danzò con i glutei ben in vista.
Fu, però, solo dagli anni '60 che la biancheria intima cominciò a "rimpicciolirsi".
Negli anni '70 il perizoma fece il suo ingresso trionfale nelle spiagge, ma fu solo nel 1975 che Lisa Taylor e Jerry Hall vennero immortalate da Helmut Lang con un costume intero a perizoma.
Negli anni '80 poi fu Cher, in particolare nel video di If I Could Turn Back Time, a rendere questa lingerie in formato mini parte integrante della cultura pop.
Nel 1998 Monica Lewinsky mostrò, galeotti dei pantaloni a vita troppo bassa, una buona parte del suo bianco fondo schiena e della sua ristrettissima biancheria intima, nello specifico un perizoma, dando vita a quella T che emergerà dal jeans per tutti gli anni 2000.
Oggi, nel 2017 il perizoma, nonostante i suoi effetti quasi deleteri è lo slip considerato più comodo dal sesso femminile.
E, nulla importa se indossarlo alzi il livello di malattie intime (e odori intimi). Nulla importa se c'è chi addirittura ha ringraziato per il ritorno delle mutande della nonna (versione couture).
C'è chi prova a glissare l'argomento trovando iper-sensuali le mutandine "cocotte" francesi cercando di dimenticare quel primo indumento intimo della storia.
Ma se c'è uno zoccolo duro di donne che ama il perizoma il motivo forse è da cercare nel fatto che... il perizoma è la prima conquista femminile dell'armadio maschile e, volenti o nolenti, come non esserne fierissime?!
100 Quante volte al giorno bisognerebbe cambiare le mutande?
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E... non finisce qui
Pubblicato su Blogger oggi 25 novembre 2017 alle ore 18,13 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu
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