giovedì 15 febbraio 2018

Scheda 20 - Vetusta è la Memoria racchiusa nel dimenticatoio della recente Storia.

Vetusta è la Memoria racchiusa nel
dimenticatoio della recente Storia.
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Scan of a prix fixe menu from Lotos Club, New York City, March 4, 1893. - Library of Congress CALL NUMBER Portfolio 130, Folder 8, Item 4. - Autore: Irving Ramsey Wiles (1861–1948).
=100 foto di un tempo vissuto e passato=
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Raccolta foto di Giuseppe Pinna de Marrubiu
Dunque, (dopo la parentesi su TEX WILLER e le 12 schede nel merito), riprendo altro spolvero di ricordi con la prosecuzione-visione di questo BLOG ai tanti che sul filo dei miei RICORDI (personali e non) oltre a quelli dei tanti che seguendo, avranno forte piacere di rispolverare la propria mente su quanto andrò a postare per il piacere della MENTE e degli OCCHI, iniziando proprio dalle ORIGINI dei miei ricordi...
Shirley Temple, la “riccioli d’oro” del cinema.
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Jimmy Endrix - il Mancino.
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Ann Miller, Debbie Reynolds and Jane Powell starred in "Hit The Deck" in 1955.
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Nel 1925 l'esploratore britannico Percy Fawcett, ufficiale di artiglieria, cartografo e archeologo, partì per la giungla amazzonica alla ricerca di una misteriosa città perduta...
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5 Una volta si usavano le "raganelle" ma, in quanti ricordano o sanno in che periodo dell'anno si usavano?
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6 Alberto Sordi...
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The Adventures of Alice in Wonderland (titolo originale: Alice's Wonderland), è stato spesso abbreviato in =Alice nel paese delle meraviglie=, è un romanzo scritto nel 1865 da Lewis Carroll,
pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson. 
Il libro fu tradotto per la prima volta in francese nel 1869 dalla stessa casa editrice (Macmillan and Co). Originariamente, quando fu scritto per la prima volta, il libro non era pensato per i bambini.
La scrittura è stata ripresa una seconda volta per i bambini mantenendo i meravigliosi personaggi che lo hanno reso così attraente per questo pubblico giovane. 
Il romanzo come ben si legge, è pieno di allusioni satiriche agli amici dello scrittore e le lezioni che gli scolari britannici hanno dovuto memorizzare a quel tempo. 
Il =Paese delle Meraviglie=, come descritto nella fiaba, gioca sempre con la logica. 
Il libro ha avuto un sequel dal titolo "Dall'altra parte dello specchio". 
Gli adattamenti cinematografici spesso combinano elementi di entrambi i libri.
Al giorno d'oggi, il libro rimane popolare tra i bambini e gli adulti.
Lo scrittore americano Martin Gardner ha pubblicato - L'Alice Annotata - che riunisce =Alice nel Paese delle Meraviglie= e "L'altro lato dello specchio", accompagnato da poesie vittoriane che Lewis Carroll parodia nel corpo del testo.
Nell'immagine qui sotto: Alice, la lepre di marzo e il cappellaio di John Tenniel.
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CHI SI RICORDA...???
Flash dal passato alla ricerca di quando sui fumetti e sulle riviste per la gioventù c’erano anche i Grigi.
Praticamente tutti abbiamo giocato al pallone, a scuola, con gli amici, i colleghi.

In squadre dai nomi improbabili, con maglie orribili e i numeri che si staccavano al secondo lavaggio.
Chi non ricorda le memorabili partite che cominciavano alle due del pomeriggio e si concludevano intorno alle otto di sera, provando ogni tanto a giocare in attacco per poi inevitabilmente finire a fare il terzino... o il portiere? Ogni volta però con la stessa emozione di un calciatore di serie A, o meglio ancora… dei Grigi! Poi c’era anche tempo per scambiare le figurine, collezionare il “Guerin Sportivo” e le altre riviste. D'altronde era stato così anche per i nostri padri.
Erano i tempi del calcio più genuino, che raccoglieva storie di periferia, dove c’era sempre nebbia, l’erba vera un desiderio inascoltato.
Scritto così, ne viene fuori un concentrato di nostalgia, un distillato di amicizia, di felicità, di  sano e vero divertimento, ma soprattutto di passione, nella triste consapevolezza che purtroppo non si può tornare indietro se non andando a ricercare i reperti memorabili da collezionismo, non di lucro, ma di sentimento.
Reperti di memoria di vita da conservare con gelosia quasi morbosa, come “l’Intrepido”, che nato nel 1935, chiuse i battenti nel gennaio del 1998.
Nei primi anni di pubblicazione, il giornale ospitò per lo più fumetti avventurosi italiani e stranieri, tra cui - Dick l’Intrepido -, che diede il titolo alla rivista.
Questi ebbe anche supplementi di serie poi diventate autonome come quella di Forza John.
Tra gli artisti che fecero la fortuna dell’Intrepido si segnalano Antonio Salemme, Giuseppe Cappadonia, Ferdinando Vichi, Sergio Montipò, Carlo e Vittorio Cossio, mentre ad esordire sulle sue pagine furono Walter Molino e Aurelio Galleppini.
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11 Dagli anni Cinquanta appaiono i primi fotoromanzi e le prime rubriche e pagine didattiche.
Dal 1963 prendono sempre più spazio le pagine dedicate allo sport, in particolare al calcio.
Celebri anche le pubblicità ospitate, dove fecero la comparsa i mitici occhiali a raggi x per vedere attraverso i vestiti.
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12 Dagli anni Settanta, “L’Intrepido” cominciò sempre più a rivolgersi ad un pubblico giovane, in età adolescenziale o superiore, lasciando la fascia di età preadolescenziale al “cugino”, ossia: “Il Monello”. 
Nacquero personaggi destinati ad avere un breve ma intenso successo, come Billy Bis, creato da Antonino Mancuso e Loredano Ugolini nel 1966.
Lone Wolf, creato da Luigi Grecchi e Fernando Fusco nel 1968.
E che dire di personaggi come Ghibli o come la serie di storie umoristiche disegnate da Claudio Medaglia o da Giorgio Dall’Aglio.
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14 Nel 1982 la testata cambiò diventando “Intrepido Sport” e accentuando sempre più la commistione tra sport (soprattutto calcio) e fumetti, affidando tutto il coordinamento della redazione sportiva all’ex direttore della “Gazzetta dello Sport” Gualtiero Zanetti, arrivò a vendere in media 700 mila copie. 
Nel 1987 un cambio di formato lo trasformò in rivista a tutti gli effetti con sempre meno fumetti e sempre più sport. Due redattori dell’epoca, Domenico Calcagno e Matteo Dotto, avrebbero poi fatto una carriera importante in ambito giornalistico-sportivo: il primo in quotidiani (“Il Giorno”, “Corriere della Sera”).
Dottò in quotidiani (“La Notte”), i settimanali (“Guerin Sportivo”) e Tv (reti Fininvest, trasmissione Controcampo). 
Dal 1992 la svolta: gli ormai pochi fumetti avevano un taglio meno spensierato, i contenuti della rivista vennero giudicati “forti”, tanto da far subire ad alcuni autori un processo per oltraggio alla morale.
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16 Nel 1994 divenne un mensile, poi un bimestrale, e furono gli ultimi tentativi di rilanciare le vendite ormai molto basse. Chiuse definitivamente nel 1998. 
Molti gli autori di fumetti che hanno collaborato alla rivista, come Luca Enoch ed altri, sono poi approdati alla Sergio Bonelli Editore; molti furono anche gli illustratori delle copertine, tra gli altri Walter Molino.
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17 “Il Monello” è stata una rivista settimanale per ragazzi pubblicata dalla Casa editrice Moderna (poi Casa editrice Universo) dei fratelli Del Duca (Cino ed altri). Venne pubblicato dal 1933, due anni prima del “cugino” “l’Intrepido”. 
L’edizione venne però sospesa nel 1939 per riprendere, finita la seconda guerra mondiale, nel 1953 (per rivitalizzarne le sorti venne utilizzata la serie avventurosa Forza John).
La rivista deve il suo nome al protagonista del film di Charlie Chaplin, “Il Monello”, interpretato dal giovane Jackie Coogan.
Accolse tra le sue pagine fumetti e strisce divenute piuttosto celebri, come Arturo e Zoe, così come le illustrazioni di autori altrettanto celebri, come lo stesso Molino.
Negli anni subì diverse rivisitazioni nella forma, passando da libretto a vera e propria rivista, ma anche nei contenuti: dagli anni Settanta i fumetti lasciarono sempre più spazio a rubriche musicali rivolte ad un pubblico preadolescenziale.
Il motivo di tale scelta editoriale si lega sia alla tendenza dei giornali dell’epoca che alla fascia di pubblico maggiormente lucrativa per questi: gli adolescenti.
A parte le storie libere ed i pochissimi fumetti, appaiono inserti fissi (dal 1973 – al centro del giornale – l’allegato “Io proprio io”, biografie e interviste di personaggi celebri dello spettacolo e dello sport).
Tra i collaboratori che scrissero in quel periodo sul “Monello”, ricordiamo Renzo Arbore, Enzo Tortora, Gianni Vasino, Alfredo Rossi, Luciano Gianfranceschi, Federico Urban e Renato Colombo.
Il giornale chiude i battenti poco dopo aver cambiato nome in “Monello Okay!”.
L’ultimo numero in edicola è il 41 del 12 ottobre 1990.
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19 Vi proponiamo il rarissimo inserto sportivo dedicato all’Alessandria Calcio.
Siamo ovviamente negli anni Trenta, quante generazioni hanno sognato con Tex Willer?
“Tex” è una serie a fumetti creata nel 1948 da Gian Luigi Bonelli e Aurelio Galleppini ed edita dalla Sergio Bonelli Editore.
È la più famosa e duratura serie a fumetti italiana di sempre.
In principio il fumetto fu pubblicato nel classico formato a striscia (16,5 X 8 cm) caratteristico dell’epoca: complessivamente uscirono nelle edicole, con periodicità settimanale, ben trentasei serie dal 1948 al 1967. Le rese venivano poi utilizzate per confezionare le cosiddette raccoltine: le strisce venivano private della loro copertina in carta, assemblate insieme (il numero degli albi accorpati variava) e dotate di una nuova copertina in cartoncino disegnata appositamente da Galep.
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21 Di queste raccolte ne uscirono tre serie: la prima vide luce tra il 1949 e il 1950 per un totale di soli sette albi; la seconda (detta serie bianca) uscì tra il 1950 e il 1966 e conta 132 albi; la terza (detta serie rossa) è composta da 194 albi usciti a partire dal 1956.
Nel 1952 ci fu il primo tentativo di una ristampa cronologica della serie in un formato ad albo.
Nacque così la collana quindicinale Albi d’Oro, che chiuse i battenti nel 1960 dopo 8 serie e 205 numeri. Come avveniva per le strisce, le poche rese degli Albi d’Oro (che avevano già una tiratura piuttosto bassa) vennero scopertinate e raccolte in albi con una nuova copertina inedita.
Videro così luce i 29 numeri della 1ª serie “Gigante”, la più rara tra le serie texiane e la più ricercata dai collezionisti.
Anche il buon Tex strizzò l’occhiolino all’Orso Grigio (foto sopra).
Molti ricorderanno anche il fumetto “Saetta”, in voga negli anni Quaranta.
Ecco allora che l’ultima di copertina della storia “La settimana della morte” reca le foto del portiere dei Grigi Diamante e del prolifico attaccante Stradella.
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23 Tra i cosiddetti “tesori di carta”, troviamo anche quelli che vennero dedicati ad Emilio Salgari, vale a dire reperti provenienti dall'altrettanto magico mondo dei fumetti. 
Anche in questo caso l’Alessandria non poté essere ignorata.
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24 Superman, il cui nome kryptoniano è Kal-El, mentre il suo nome terrestre invece è Clark Kent, è un personaggio dei fumetti creato da Jerry Siegel e Joe Shuster nel 1933, ma pubblicato dalla Dc Comics soltanto nel 1938. È soprannominato anche “L’Uomo d’Acciaio” (in originale: Man of Steel) oppure “L’Uomo del Domani” (The Man of Tomorrow).
Un uomo in grado di sollevare un’auto, con un costume blu addosso ed un mantello rosso sulle spalle, contornato da un gruppo di passanti impauriti: è questa la prima immagine di Superman, quella con cui fa il suo esordio nelle edicole statunitensi.
Sebbene venga spesso accostato al Superuomo nietzscheano, è in realtà più vicino al “Plus Man” di Ralph Waldo Emerson, ovvero un uomo talmente potente da abbattere qualsiasi ostacolo gli si ponga davanti.
Il titolo di “Übermensch” viene così assegnato a Batman, che utilizza la propria forza d’animo per sovrastare le ipocrisie e l’assenza di valori nel mondo. 
Così può iniziare la storia di quello che inizialmente è stato presentato in lingua italiana con il nome di Ciclone l’uomo d’acciaio e poi di Nembo Kid (il ragazzo delle nuvole).
Il sito web Ignha inserito Superman alla prima posizione nella classifica dei cento maggiori eroi della storia dei fumetti prima di Batman.
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25 Molto celebre è stata la collana curata dalla Mondatori. 
L’albo n. 615 del 3 novembre 1968 è dedicato al “Golden boy” alessandrino. “Quando Rivera dribblò… Superman!”. Un autentico episodio della vita del calciatore, completamente illustrato. Per ribadire che l’ex grigio è sempre stato un genio predestinato del calcio.
Infine facciamo cenno a “Il Corriere dei Piccoli”, con la sua celebre iniziativa di inserire nell’ultima di copertina le figurine da ritagliare dei calciatori di serie A e B. Per ogni squadra l’undici titolare, proprio come l’Alessandria, nella foto sotto.
“Il Corriere dei Piccoli” anche noto come “Corrierino” o “CdP”, è stata la prima rivista settimanale di fumetti dell’editoria italiana, pubblicata dal 1908 al 1995.
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26 Come Play with Me: The Life and Films of Mary Millington by Simon Sheridan (8-Jul-1999). Trad.
Vieni a giocare con me: la vita e i film di Mary Millington di Simon Sheridan (8-Luglio-1999).Nessun testo alternativo automatico disponibile.
27 Vulvas: ufficialmente è più spaventosa di Satana.
Non tutti sanno di un cartone animato del 1800 che mostra il demonio inseguito da una donna che solleva le sue gonne mostrando ciò che vi è sotto, perché le vulve sono apparentemente peggiori della fonte di tutti i mali... compreso i demoni. 
Là. L'ho detto. Eccoti la Vulva. 
Non penso che sia particolarmente spaventoso, ma alcune persone fanno chiaramente questo meraviglioso cartone animato del 1800 di una donna che fa balenare la sua tata a uno spettacolo di diavoli terrorizzati. 
Il poema sotto è difficile da capire, ma recita così:
C'era una volta il Sire del male 
che in inglese maccheronico chiamavano Diavolo,  

che sempre qualche nuovo espediente s'inventava 
per provare su Chloe la giovin pulzella a servizio
su cui lanciava sguardi con occhio malizioso, 
...ma un dì, lei lo sfidò con tutte le sue arti
tirando su le vesti e mostrando il suo orgoglio sessuale. 
Una cosa che si fa tutta riccia con i capelli 
che così tanta paura fece al vecchio sguardo di Satana  
che spaventa al triste sguardo incurvo 
della sua onnipotenza innata... 
tanto ché questi s'alza e ...scappa via.
Ci sono così tante cose da dire e amare su questo.
Mi piace il modo allegro di Chloe che avvolgendo le gonne intorno alla vita muove il suo "woo-woo" alla fonte di ogni male.
Amo il dettaglio della - Vulva - stessa di Chloe, così com'è grande e gonfia e pulita, che sa di intima natura e sapone, macchiata di peli piuttosto che essere puzzolente e ben nascosta. Trovo buffo il modo in cui il Diavolo si presenta incredibilmente potente, pieno di muscoli sporgenti, con ali impressionanti e corna spaventose; che è così spaventato dalla piccola Chloe e dal suo bruno e buffo ciuffo troncato... che inorridito di scatto si allontana violentemente da lei con le mani lanciate nell'aria: nel nulla. 
Anche il suo enorme turgido Pene si d'improvviso si allontana da lei, per paura che la sua presa lo strappi e ci faccia cose terribili.
Ma soprattutto, è l'idea di ciò che nel 1800 la gente pensava di una Vulva, credendo che quel pertugio era così orribile da poter spaventare persino il Diavolo in persona.
Satana poteva di certo ben sopportare gli orrori dell'Inferno e godeva positivamente di tutti i peccati e il male sulla terra, ma quell'unico peloso - hoo - buco, era abbastanza per mandarlo a farsi i bagagli.
Le Vagine spaventose sono un forte tema nel corso della Storia dell'Uomo.
Storie di "Vagine con i denti" sono ovunque - specie nell'induismo, dove Shiva viene ucciso con una "Vagina dentata" e centinaia di culture hanno leggende sulla "Vagina dentata" che castrarono gli uomini che vi entrarono.
Molte - culture e religioni - hanno regole su ciò che le donne possono e non possono fare nei loro periodi a causa delle forti preoccupazioni che un =bajingo sanguinante= potrebbe cagliare il latte, far divenire il vino aspro oppure favorire improvvise strane infezioni batteriche.
Persino Freud teorizzò che la mancanza di Pene da parte di una madre era terrificante per i bambini perché portava con sé la minaccia della castrazione. 
Abbiamo ancora paura della Vulva?
Chissà, potrebbe essere, anche perché sempre più nei film e in TV, sulle pubblicità animate e/o disegnare sulle fermate degli autobus, su giornali e riviste, mi sembra di vedere sempre maggiormente allusionanti nudi: Tette, Culi, Fiche serrate e Vulve volgarmente aperte alla mercé di Peni di tutte le dimensioni.
Oltretutto, in tutto sto marasma, personalmente non riesco a ricordare l'ultima volta che mi sono trovato faccia a faccia con un sedere basso, mentre ricordo bene quando nel 1974 (durante il servizio militare) ebbi modo di raccontare al soldato me inanzi (che si era fidanzato per corrispondenza e che quel dì -di lì a poco- avrebbe incontrato per la prima volta il suo amore (mentre si era sull'attenti in piazzale ad ascoltare un generale che parlava durante la cerimonia di giuramento) sussurrandogli proprio alcuni
particolari di distinguo e diversità sugli attributi femminili... gli accennai di "Vagine spaventose, di "Vagine con i denti", di "Vagine dentate" che castravano gli uomini coi denti, a morsi, quando il loro Pene vi entrava senza il permesso della donna.
Ancor oggi, parecchie persone stanno cercando di cambiare questo, però, con comici o pseudo-tali, che fanno più battute sui loro manicotti (avvizziti?) di quanto il loro nanismo mentale riuscirebbe di educati, speriamo che il mondo si stia lentamente abituando all'idea che le Vulve e le Vagine siano in realtà assolutamente belle; - anche se devo ammettere, che c'è una piccola parte in ognuno di noi... che mancherà di portare in giro l'abilità di spaventare Lucifero fuori dai miei pantaloni.
Ma questa è un'altra storia.
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32 Ora parliamo di Capitan Fortuna, scritto dal grande Rino Albertarelli, una avvincente saga a fumetti, ricca d'avventura e di fascino esotico, disegnata dal maestro cesenate in una serie di tavole al "tratto" che rimarrà impressa nella storia del fumetto italiano. 
La Pellegrina, il vascello genovese al comando di Capitan Fortuna, solca le acque del pacifico meridionale quando, allo scorgere di una zattera alla deriva, decide di raccogliere il suo unico e stremato occupante. Questi una volta ripresosi, da innocuo naufrago si rivela essere il Capitano England, un diabolico pirata.
England fa ammutinare l'intero equipaggio de La Pellegrina e, fatto prigioniero il comandante del vascello, lascia ai destini dell'oceano Capitan Fortuna, l'anziano Pappafico e il giovane Trinchetto.
La saga è condita dalla presenza di Morena, una naufraga vestita di poveri stracci che Capitan Fortuna e i suoi incontrano su una misteriosa isola dopo un lungo vagare.
Non mancheranno, in onore ai famosi modelli salgariani e verniani, colpi di scena, mostri preistorici e una apocalittica esplosione vulcanica che distruggerà l'intera isola.
Più volte ristampata dalle Ed. Audace, questa versione (apparve nelle edicole nel maggio 1942 con una periodicità mensile indicata in prima di copertina).

33 Albo d'oro Audace del 1942, “Orlando Alfrera Gigante” supplemento al n. 2 - albi Tex.

34 Albo d'oro Audace del 1942, “Orlando - presa di Biserta” supplemento al n. 3 - albi Tex.

35 Albo d'oro Audace del 1943, “Le avventure di Capitan Fortuna” supplemento al n. 4 - albi Tex.
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36 Albo d'oro Audace del 1943, “Le avventure di Capitan Fortuna” supplemento al n. 8 - albi Tex.

37 Albo d'oro Audace del 1943, (giornale) n. 450 "La fossa fatale" da lire una - supplemento - albi Tex.

38 Albo d'oro Audace del 1943, (giornale) n. 451 "L'Anello dei Ming" da lire una - supplemento - albi Tex.

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40 Quanti ricordano di quando si spendevano le mancette sulle giostre per la festa del Patrono e le altre comandate???L'immagine può contenere: 1 persona
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Ecco un bricco caffettiera d'ottone antica del diciannovesimo secolo.
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43 Ecco un foglio di Flash Gordon del 3 - 7 - 1954.Immagine correlata
44 L'Audace tra il 1941 e il 1942...
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45 Le Chevalier du stade - 1951 de Michael Curtiz.
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47 Chi si ricorda della sensuale Stefania Sandrelli in "Sedotta e abbandonata".
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Dal 1800 queste tavole animate hanno divertito con la fotografia.
Dunque, quanti di voi sapevano o sanno che il poeta Edgar Allan Poe ha avuto cose brillanti da dire sulla fotografia dopo che questa è esplosa sulla scena a metà del 1800?

Difatti ci consta che altri commentatori a quei tempi non erano così gentili.
Nel merito vi sono alcune vignette del 1800 (che qui di seguito mostreremo), che mostrano una visione più pessimistica della fotografia e della sua nascita nel mondo.
I "dagherrotipi" spesso richiedevano ai soggetti di rimanere immobili per periodi di tempo molto lunghi durante le esposizioni per assicurarsi che non si fossero mostrati sfocati e, questo fatto doloroso divenne una cosa popolare per i vignettisti di tutto il mondo su cui prendersi gioco.
Questo fumetto a due pannelli è stato pubblicato in Punch's Almanack per il 1855.

Mostra una famiglia che posa insieme per un ritratto di "dagherrotipo", ma la foto risulta orribilmente perché il movimento ha offuscato e distorto i volti.
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49 Eccone un altra che è stato pubblicato su The New York Journal nel 1854.entusiasta
50 I fotografi usavano spesso speciali poggiatesta che aiutavano a mantenere ferma la testa dei soggetti mentre erano seduti su di una sedia.
Anche i cartoonisti hanno preso a pugni questi aggeggi.
Ecco un fumetto del 1847 del pittore francese Honoré Daumier, che mostra un uomo con la testa fissa nello spazio e, la didascalia dice "Posizione raccomandata per fare un ritratto perfetto di Dagherrotipo".francese
51 Lo stesso Daumier gli ha dato seguito con un altro fumetto nel 1856 - con questo buffo titolo "Un nuovo processo usato per ottenere pose eleganti".
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52 L'arrivo della fotografia ha fatto sì che gli artisti ritrattisti avessero un importante concorrente con cui confrontarsi.
Difatti, questa caricatura del 1843 di Theodor Hosemann mostra un fotografo che priva un ritrattista del suo sostentamento.
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53 Questo invece è un fumetto del 1859 che mostra un fotografo intento a cercare di suscitare una piacevole espressione da un soggetto, facendolo guardare un dipinto sgradevole.Immagine correlata
54 Sappiamo bene che altri - stereotipi culturali - talvolta si sono mescolati anche nelle vignette.
Questa illustrazione del 1859 immagina come sono i fotografi nel selvaggio West degli Stati Uniti.
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55 Conoscete altri cartoni animati del 1800 sulla fotografia? Fateci sapere e potremmo includerli in questo BLOG!
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60 Schiavo, obbedisci ai tuoi padroni terrestri con profondo rispetto e timore.
Servili sinceramente come vorresti servire il Cristo. (Ephesians 6: 5 NLT).
I cristiani che sono schiavi dovrebbero dare pieno rispetto ai loro padroni in modo che il nome di Dio e il suo insegnamento non siano svergognati.
Se il tuo maestro è un cristiano, non è una scusa per essere irrispettoso. Dovresti lavorare più duramente perché stai aiutando un altro credente con i tuoi sforzi.
Insegnare queste regole è incoraggiare tutti a obbedire a loro. (1 Timoteo 6: 1-2 NLT).

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63 2 aprile 1963, Mike Bongiorno aveva chiamato Mina tra le ospiti di “La fiera dei sogni”, il quiz delle 21.15 sul Secondo programma Rai: lei, ragazza madre, perfetta via di mezzo tra la virginale e candida Gigliola Cinquetti e la peccaminosa e sensuale Ornella Vanoni.
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67 A Cagliari esistono anche alcuni lavori religiosi di Galleppini (il papà di Tex Willer): tra cui un’unica grande tela che raffigura San Vincenzo de' Paoli che presenta i bambini a Santa Luisa de Marillac.
68 Un dipinto per la chiesa in cambio di un piatto di minestra.
La vita del papà di Tex Willer a Cagliari durante la guerra.
Tex Willer ha i tratti degli uomini dell’Iglesiente, mentre Kit Carson ha il volto e il pizzetto barbuto di Gesù. Nella Cappella delle suore Vincenzine in viale San Vincenzo a Cagliari sono custodite 4 tele, un ciclo di dipinti e 14 stazioni della via Crucis che "Aurelio Galleppini" (l’ideatore con Gianluigi Bonelli di Tex, il fumetto italiano più famoso di sempre) dipinse nel 1945, durante la seconda guerra mondiale mentre soggiornava a Cagliari, distrutta dai bombardamenti, povero e senza un lavoro stabile. 
Le opere (inserite recentemente tra i beni storico artistici di interesse culturale) però versano in uno stato avanzato di degrado a causa dell’umidità e ancora attendono di essere restaurate. 
La struttura nella quale si trovano attualmente è di proprietà della Fondazione onlus Irrm (Istituti riuniti di ricovero minorile) che alcuni anni fa chiese un sopralluogo alla Soprintendenza: “Sì, ci chiesero un controllo del sito – afferma la dottoressa Lucia Siddi – tanto che noi richiedemmo dei preventivi ad alcune ditte di restauro romane. 
I danni dell’umidità erano evidenti ma non quantificammo una spesa ingente per rimettere le cose a posto. La proprietà, però, non si è più fatta sentire e dovendo passare necessariamente attraverso noi, credo proprio che le opere siano rimaste in quello stato”.
Galep (che durante la guerra eseguiva anche ritratti di militari e panorami della città dipinti su pezzi di mattonella e successivamente insegnò tecnica pittorica e storia dell’arte in alcuni istituti) le realizzò per le suore di San Vincenzo de' Paoli, che in cambio gli regalarono abiti, il soggiorno e una serie di pasti in quella Cagliari ancora ferita dal conflitto. 

Solo due anni dopo il giovane Aurelio, ancora semisconosciuto, realizzò graficamente il personaggio di Tex Willer (a cui diede i tratti del proprio volto), sceneggiato da Gian Luigi Bonelli, il fumetto italiano più conosciuto e tradotto all’estero.

Galleppini, scomparso nel 1994, era nato in Toscana da genitori di Iglesias e si da ragazzo si trasferì nell’Isola. Qui, incantato dai tacchi ogliastrini, prese spunto per le sue storie ambientate nel Sud-Ovest degli Stati Uniti. 

Un legame, quello tra l’artista e la Sardegna, che si cementerà nel corso del tempo. 

Per anni le opere conservate nella cappella vincenzina rimasero sconosciute ai più poi l’artista, nel 1994, 50 anni dopo (pochi mesi prima di morire), firmò le sue opere per ridare vita e fama a un patrimonio per troppo tempo nascosto.

Si tratta di due affreschi ai lati dell’altare che raffigurano episodi della vita religiosa dell’ordine, alcune tele e 14 formelle della Via Crucis. 

Impressionante in uno dei quadri la somiglianza di Gesù Cristo con Kit Carson il fedele amico di Tex Willer.
Si tratta di opere che ancora non mostrano la vocazione fumettistica dell’autore, ma che dimostrano comunque il tocco sensibile e delicato (da verista ricercato) e quanto fosse solida la sua base artistica e accademica del creatore di Tex, allora più impegnato su figure sfumate ed evanescenti, dove gli aspetti psicologici, interiori e religiosi sono i più importanti. 
Due affreschi presentano le apparizioni della Vergine a Santa Caterina di Labouré, mentre tre pannelli raffigurano i martiri di Arras, la distribuzione della Medaglia Miracolosa da parte di Santa Caterina di Labouré e l’apparizione di Gesù alla Santa.
C’è poi un’unica grande tela dove è raffigurato San Vincenzo de' Paoli che presenta i bambini a Santa Luisa de Marillac.
A Cagliari esistono anche altri lavori religiosi di Galleppini, che risalgono a un periodo precedente.
Si tratta di due tele custodite nella chiesa di Santa Lucia nel quartiere di Castello.
Subito dopo la sua morte all’artista venne dato il giusto risalto con il convegno “Galep, i tesori artistici tra sacro e profano” e la mostra “Tex passò prima in Sardegna”. 
Ora Galep è finito di nuovo nel dimenticatoio: lo scorso anno si era parlato di un intervento di recupero finanziato dall’Irrm e supportato dall'organizzazione internazionale Inner Wheel e dall'associazione dei burrachisti cagliaritani. 
Poi più nulla. 
Nel frattempo il degrado e l’umidità fanno il loro corso... con buona pace di Tex Willer e Kit Carson.
articolo di Federico Fonnesu
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72 Corrado Pani e Mina.L'immagine può contenere: 2 persone, persone che sorridono, spazio all'aperto73

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75 Il mio primo compact...Nessun testo alternativo automatico disponibile.
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85 Il mio primo computer del 1994.
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91 Fantastic Universe - 1957, Aprile. Immagine correlata
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94 Ma che mutande portavano e, cosa usavano le prime donne in bicicletta, quelle che a fine 1800 cominciarono a sfidare giudizi e pregiudizi?L'immagine può contenere: 6 persone, bicicletta
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97 Estrapolato da Storia delle "mutande" o anche "briglie da culo", di Giuseppe Pinna de Marrubiu ... riscontrabile sul proprio BLOG http://ricordidimemoriatrina.blogspot.it/2017/11/ allascheda-01-vetusta-e-la-memoria.html nella Scheda 02 - Vetusta è la Memoria racchiusa nel dimenticatoio della recente Storia ai nr. 60a, 60b, 60c, 60d, 60e...
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98 Lapide posta all'ingresso dell'asilo G. B. Giustinian - Nel 1887 il filantropo conte Giustinian fece aprire un asilo “per lattanti e slattati” nei pressi della sua fabbrica di lavorazione del tabacco, in modo che le lavoranti dette "tabacchine" potessero accudire i loro figli durante le pause.
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99 Guy l'Éclair (1e Série - Ed. Europ).
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=100 foto di un tempo vissuto e passato=

     E... non finisce qui        Pubblicato su Blogger oggi 15 febbraio 2018 alle ore 14,30 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu

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